Orari ufficio:17:00/21:00
Numero Telefonico3896621850

L’APOSTOLO GIACOMO

SAN GIACOMO MAGGIORE

Giacomo, detto “il Maggiore” per distinguerlo dall’altro Giacomo (chiamato “il Minore” nel Vangelo di Marco), era figlio di Zebedèo e (presumibilmente) di Salome. Dai Vangeli viene presentato come un pescatore insieme al fratello Giovanni.

In un’ordinaria giornata di lavoro, Gesù, che si trovava sulla riva del mare di Galilea, “vide sulla barca anche Giacomo di Zebedèo e Giovanni suo fratello mentre gettavano le reti. Li chiamò. Ed essi, lasciato il loro padre Zebedèò sulla barca coi garzoni, lo seguirono” (Mc 1,19-20). Sulla chiamata dei Discepoli, la tradizione ci consegna diverse liste coi nomi dei Dodici. In queste liste, si leggono sempre gli stessi nomi sebbene cambi l’ordine. Pietro presiede tutte le liste, Giuda Iscariota occupa sempre l’ultimo posto, mentre Giacomo riveste o il secondo o il terzo posto nell’ordine di chiamata.

Giacomo, insieme al fratello Giovanni e a Pietro, non solo era un membro del gruppo dei Dodici, ma era anche membro del gruppo che seguiva Gesù nei momenti topici della sua azione messianica, presenti nei momenti chiave della vita i Gesù come testimoni esclusivi:

  • La “resurrezione” della figlia di Giairo (Mc 5,37; Lc 8,51).
  • La Trasfigurazione di Gesù (Mt 17,1 – 2; Mc 9,1- 2).
  • L’agonia di Gesù nell’orto degli ulivi (Mt 26,37; Lc 9,28 – 29).

Sappiamo da Marco che Gesù soprannominò Giacomo e Giovanni Boanerghes, “Figli del Tuono” (Mc 3,17), appellativo che lascia intendere la personalità forte dei due fratelli. Sebbene non abbiamo nel N.T. una descrizione della psicologia di Giacomo, ritroviamo dati sufficienti per focalizzare i tratti salienti di quella che doveva essere la sua personalità. Egli appare come un Uomo appassionato, risoluto e la sua impetuosità e il suo ardore gli valsero alcuni rimproveri da parte di Gesù [ricordiamo che Giacomo e Giovanni richiesero lo sterminio per tutti i Samaritani che non accolsero i discepoli di Gesù quando erano in cammino verso Gerusalemme (Lc 9,52 -56)].

“San Giacomo” dal Codex Calixtinus (Liber Sancti Jacobi), foglio 4, XII secolo

Sicuramente, Giacomo e Giovanni, come molti altri dei Dodici, ebbero, all’inizio del cammino intrapreso con Gesù, false aspettative sull’instaurazione del regno di Davide. Concepirono questo Regno in chiave politica e rivoluzionaria, come testimoniano Marco e Matteo. I fratelli richiesero a Cristo di sedere, nel giorno della gloria, uno alla sua Destra e uno alla Sua sinistra (Mc 10,35 – 40) e la loro madre richiese per loro i primi due posti nel Regno di Cristo (Mt 20,20 -23) .

In mancanza di una previsione espressa, presupponiamo che Giacomo fosse presente nell’incontro Pasquale di Gesù con gli Undici, mentre è espressamente menzionata la sua presenza in alcune delle esperienze di incontro con il Signore Resuscitato (Gv 21,2). Dobbiamo supporre che, in questo lasso temporale, tra la Morte e la Resurrezione di Cristo, Giacomo comprese la Missione di Cristo.

Giacomo fu il primo fra gli Apostoli a subire il martirio il 25 marzo intorno all’anno 41-44 dell’era cristiana a Gerusalemme (la Chiesa, però, festeggia il Santo il 25 luglio, che è il giorno della traslazione del suo corpo in Galizia).

Chi decretò la morte di Giacomo fu Erode Agrippa I, il cui governo si caratterizzò per l’incitamento all’ortodossia giudaica. Per questo scopo di autoidentificazione, la morte di Giacomo svolse un ruolo importante. Anche la decapitazione deve essere inserita nella cornice del processo di autoidentificazione. Storicamente, in quei tempi, i Giudei erano soliti ricorrere alla decapitazione per i reati di idolatria collettiva e omicidio. Appare logico ritenere che Giacomo fu decapitato per idolatria collettiva, poiché i Giudei non riconoscevano il culto di Gesù da lui diffuso.

Dalle varie fonti extrabibliche possiamo leggere che, inginocchiatosi, l’Apostolo era stato decapitato e il capo, rotolato fra le sua braccia levate al cielo, era rimasto fra di esse, nel corpo irrigidito, fino a sera. Al momento della morte, si ebbe un forte terremoto, accompagnato da cupi tuoni. Fu decapitato fuori le mura urbane per non contaminare la città e, in ossequio all’usanza dell’epoca, il corpo giustiziato fu lasciato alle intemperie affinchè fosse una lezione per i vivi. Durante la notte, però, i discepoli recuperarono il corpo del Santo e lo posero insieme al capo distaccato in un involucro di pelle di cervo. Successivamente, lo trasportarono per mare da Gerusalemme fino in Galizia, guidati da un angelo. Giunti in loco, lì lo seppellirono.

Il luogo in cui fu seppellito il corpo di San Giacomo venne chiamato Luogo Santo di Santiago, oggi noto come Santiago de Compostela. Intorno alla sepoltura, ruota una legenda che vede protagonista una regina, Lupa. Codesta, sarebbe stata la donatrice del sepolcro di San Giacomo e si narra che dei buoi trasportarono il suo corpo fino alla Lapide a Compostela. Il sepolcro fu scoperto nell’anno 830 dall’anacoreta Pelagio, in seguito ad una visione luminosa.

Bibliografia e sitografia di riferimento per approfondire la figura di San Giacomo Apostolo:

Voce “San Giacomo il Maggiore” su Wikipedia

“San Giacomo il Maggiore” su Santi&Beati

Voce “Giacomo, il Maggiore, Santo” su Treccani, Enciclopedia dell’Arte Medievale a cura di T. Iazeolla

“Codex Calixtinus” (Liber Sanctis Jacobi), XII secolo

“Legenda Aurea”, Jacopo Da Varagine, XIII secolo ( cap. 99 – De sancto Jacobo majore)